Era il 1992 (wow! quanto tempo fa!….), poco dopo la caduta del regime, Michael Jackson venne a sostenere un mega-concerto a Bucarest per attirare l’attenzione del mondo sui paesi dell’est e anche per devolvere in beneficenza gli incassi a favore di una struttura per bambini orfani. Io avevo 18 anni e facevo uno dei miei primi lavori, una collaborazione con un giornale locale. Mi avevano affidato la rubrica “Spettacolo e mondanità”, forse perchè nessuno nella piccola redazione aveva voglia di farla, bisognava seguire i concerti, spettacoli, eventi ed intervistare i vari artisti e VIP. Io mi divertivo, avevo un tesserino con scritto ADDETTO STAMPA che mi permetteva di andare a qualsiasi evento e spesso anche di accedere ai camerini degli artisti che dovevo intervistare. Non mi ricordo come andarono le cose quando ci fu il concerto di Michael Jackson, sicuramente per un colpo di pura fortuna (erano ammessi pochissimi giornalisti causa vendita esclusiva dei diritti), mi ritrovai con in mano un PASS, cioè il permesso di accedere nel backstage del concerto della megastar !! Presi il treno la mattina per andare a Bucarest e poi la metro per arrivare nella piazza del concerto. C’era un enorme dispiegamento delle forze di sicurezza, anche se alla povera gente normale non gliene fregava niente della musica pop, ma migliaia di giovani erano accorsi a vedere Michael. Io mi sentivo una miracolata, mostravo il mio tesserino e la lettera di accreditamento e superavo tutti i cordoni della security senza la minima difficoltà. A poche ore dal concerto vagavo nel backstage dove girava un esercito di tecnici del suono, delle luci, e delle scenografie, etc e dove ancora dei suoi ballerini provavano. Come Alice nel paese delle meraviglie guardavo senza capire molto e mentre qualcuno mi disse che da lì in poi non potevo più andare, mi voltai e vidi, a soli due metri da me, un ragazzo non molto alto, molto molto magro, dalla pelle non scura e non bianca, con gli occhiali da sole, con un cappello nero e che parlava con gli altri con appena un filo di voce. E’ lui ! E’ Michael ! Mi stupì la magrezza e l’andamento quasi femminile, la voce sottile e la maschera di trucco che portava sul volto schermato dagli occhiali da sole. Mi stupi’ il fatto che era il pomeriggio di una giornata non luminosissima ed eravamo nascosti dietro alle scenografie, quasi al buio, ma lui portava gli occhiali da sole e si muoveva come se fosse un essere etereo, non di questa terra, come se non la toccasse neanche. Per un attimo mi sono trovata davanti una delle persone più seguite, amate ed acclamate del mondo, ed io, invece di tirare fuori il mio piccolo registratore e cercare di fare il grande scoop, l’intervista memorabile che rimarrà nella storia del giornalismo mondiale, mi sono limitata a guardare questa persona esile che si muoveva come un bambino grande,che parlava con la voce sottile ed incerta, mi affascinava ed allo stesso tempo mi sembrava strano…come se fosse un extraterrestre, un qualcosa di una razza sconosciuta, bello, ma ,allo stesso tempo, strano,intimidiva. Questo è l’uomo che tutto il mondo adora, che vende milioni di dischi,che polarizza l’attenzione di tutte le testate stampa anche quando va a mangiare in un locale!….. Peserà un po’ più di 50 chili e sembra che non sia della nostra stessa razza, qualcosa di impalpabile, non misurabile, non spiegabile si prova nel guardarlo, come quando nella giungla vedi un animale talmente raro che ti fermi affascinato e non ti muovi più finchè lui non è andato via. Fui allontanata dallo staff e poche ore dopo seguivo il concerto dalla loggia della stampa, fu un mega -concerto, con straordinarie coreografie, scenografie ed effetti speciali,un grande dispiegamento di forze tra tecnici, ballerini, backing vocals e il pubblico, il pubblico che era parte del concerto, lo show si svolgeva un po’ sul palco e un po’ davanti al palco, la gente cantava e ballava come lui, come Michael, e, ogni tanto, qualche ragazzina sveniva. Io,sì, mi sono divertita, ho visto un bellissimo concerto, ma ogni tanto mi tornava in mente l’immagine del “ragazzo” magrissimo, con la faccia truccata e la voce appena accennata, che comandava gli altri e allo stesso tempo sembrava che chiedesse la loro protezione, lui, così forte, delicato e…fragile

 

Questo materiale è stato offerto da Village Italy Shop

Sostieni la moda italiana —> https://www.villageitalyshop.com/