L’importanza di avere un animale in famiglia
Sono cresciuta in un bell’appartamento di città, i miei genitori ci tenevano all’ordine e la pulizia (cosa che con due bimbi disordinati e due genitori impegnatissimi non è sempre facile), in un paese dove c’erano migliaia di cani e gatti abbandonati per le strade, ma nessuno ci badava e venivano considerati un male ed un pericolo…… Certo, avevo i nonni in campagna che tenevano gli animali da allevamento, ma erano ‘bestie’; la mucca, le caprette, le pecore c’erano, ma servivano per il latte e la carne, c’erano anche i maiali, ma i miei ci vedevano solo salsicce e prosciutti, anche tante galline, tacchini, quaglie, anatre, ma servivano per le uova e la carne e le piume per i cuscini. Papà teneva, in campagna, dei cani, erano una decina, ma per la caccia. I suoi cani lo amavano moltissimo, sentivano già il rumore della sua macchina ancora prima di entrare nel cortile, gli venivano in contro con amore e lui era contento, ma li mandava via con un ‘marche!’ (deviazione professionale di un militare in carriera) perchè gli sporcavano i pantaloni. Io, da piccola, come tutti i bimbi, avendo l’anima pura, ogni tanto mi innamoravo di qualche cucciolo di cane o gatto trovato per strada e lo portavo a casa, ma veniva puntualmente rilasciato in strada al suo destino… L’animale è sporco, puzza, fà i bisogni in casa, no, per carità di Dio……….. Nelle vacanze di Pasqua andavo in campagna dai nonni e io, bambina, ero felice di giocare con i capretti e gli agnellini nati all’inizio dell’anno, loro mi riconoscevano e mi venivano in contro allegri saltellando, con gioia. Non ero una bambina che giocava con i capretti o gli agnelli, ma eravamo tutti bambini di razze diverse che giocavano insieme. Solo che ad un certo punto questi miei compagni di giochi venivano sacrificati dal nonno e dagli zii per poi mangiarli. Il papà, i nonni e gli zii trattavano i miei pianti come un capriccio e la nonna, per consolarmi, mi diceva: Mangia! Cosi’ negli anni sono cresciuta, la bambina che prima giocava con i capretti era diventata una giovane giramondo, modaiola e che, anche lei, considerava gli animali degli esseri inferiori che esistono perchè noi possiamo avere le pellicce, le borse di vera pelle e lo spezzatino perfettamente cucinato il sabato sera. Ma un giorno questo ordine del mondo, per un complesso di vari motivi, è completamente cambiato. Io, arrivata all’età di 30 anni, ho scoperto che quello di cui mi ero circondata era tossico e, sopraffatta da problemi che non riuscivo né a risolvere, né a tenere a bada, sono andata in depressione e sono diventata anoressica. Un giorno d’estate, nel dehors di un bar una cagnolina maltese con degli occhi di una dolcezza che io non avevo mai visto, venne in braccio a me, letteralmente, e mi diede un bacio, iniziò a farmi le feste, finchè la sua padrona non se la riprese scusandosi. Sono rimasta ferma al mio tavolino con le lacrime, questa volta di gioia, che mi scendevano sul viso. Non avevo mai visto così tanto amore, dolcezza e gioia di vivere tutta insieme, nessuno mi aveva mai trasmesso tutti questi sentimenti con così tanta semplicità, purezza e senza chiedermi nulla in cambio. Con le poche forze che la depressione e l’anoressia mi lasciavano, mi sono alzata e sono andata dietro a questa bella signora e le feci una proposta di denaro in cambio della cagnolina. Si… Conoscevo solo il potere e il valore del denaro, quindi potevo e sapevo offrire solo quello, ma questa bella signora mi sorrise con gentilezza e mi disse che la sua Poppy non la darebbe via per nulla al mondo. Io potevo andare nel negozio di animali e scegliere un cagnolino tutto mio. Dopo avere parlato per telefono con il titolare, chiedendogli di farmi arrivare una cucciola di maltese come quella che avevo visto, andai da lui in negozio e mi accolse con la consueta cortesia dei commercianti e mi disse che la femminuccia di maltese non c’era ancora, ma era arrivato un bel maschietto. Io non lo volevo, piuttosto avrei aspettato la mia cucciola. Lui andò nel retrobottega e mi mise davanti questo cucciolo di maltesino cosi’ piccolo, bianco, indifeso e spaventato. Lo presi in braccio per vedere quanto pesava e ho sentito il suo cuoricino battere più forte del mio, fece la pipi’ sulla mia maglietta firmata. Era ovvio che era terrorizzato e avrebbe avuto bisogno della sua mamma. Lo portai a casa e da allora lui è il mio migliore amico, mio figlio, la migliore compagnia e medicina se sto male. E’ inutile dire che da li’ a poco la depressione e l’anoressia sono andate a tormentare qualcun altro, ho smesso le sedute di psicoterapia per avere più tempo da passare con il mio cucciolo. Non l’ho mai legato al guinzaglio, quando andiamo in giro lui cammina fiero vicino a me, viene con me perchè lo vuole, non per via del guinzaglio. Lui non è il mio animale da compagnia, lui è il mio compagno di vita, di giochi, di film sul divano, di panini condivisi, e quando sto male lui lo sa prima di tutti. E’ veramente parte della famiglia e si è conquistato l’amore di tutti, perchè lui sa amare come solo un’anima pura lo fa.
Hai ancora il dubbio se prendere un cane o un gatto? Si, prendilo! Adesso. 😉
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