Il Serial Lover
Il mio lui aveva un amico molto caro. Costui frequentava spesso casa nostra e a volte sembrava persino che avesse un po’ di gelosia nei miei confronti, forse perchè gli ho ‘rubato’ il compagno di avventure. Era un bell’uomo, alto, fisico atletico, occhi di ghiaccio e capelli sempre a posto. Era sempre curato nel vestire e guidava una bella auto. Aveva un’aria un po’ snob, ma comunque attraente e piaceva molto alle donne. Non più giovanissimo, ma aveva però la fama del grande ‘conquistador’, veniva spesso a cena da noi, sempre accompagnato da una signora diversa. Lo sentivo raccontare delle sue conquiste, ci faceva leggere i messaggi delle sue ‘vittime’, si vantava di avere inventato un metodo infallibile per portarsi a letto qualunque donna e ogni sabato sera nella sua auto saliva un paio di gambe diverso. Un giorno ci presentò la sua fidanzata (si, l’ha chiamata fidanzata!), una ragazza molto più giovane di lui, bella e spigliata. Questa volta sembrava tutto diverso, la guardava con altri occhi, era più tenero, aveva dimenticato la sua meschina agenda con i nomi e i rispettivi voti(si, i voti). Era diventato più gentile nei modi e aveva uno sguardo più dolce, io scherzavo dicendo che finalmente ho una ‘cognata’.
Abbiamo passato tutti insieme una piacevolissima mezza giornata il 25 dicembre di anni fa, lui e lei sembravano innamorati, lui si era definitivamente arreso alla bellezza e dolcezza di lei. Bene. Ci siamo dati appuntamento in un bel posto alla sera del 31 per fare festa e noi ragazze abbiamo parlato di scarpe e vestiti. Che bella coppia!
La sera di capodanno al locale non sono arrivati e ai rispettivi telefoni rispondeva sempre la segreteria. Abbiamo provato anche il giorno dopo, ma non erano rintracciabili. Boh! Abbiamo pensato che si fossero decisi a chiudersi una settimana solo loro due nella baita in montagna e abbiamo smesso di cercarli. Diversi giorni dopo, una sera al supermercato, mentre mi sbrigavo con il carrello verso la cassa, incontro il nostro amico. Aveva un’aria triste, desolata, che non gli avevo mai visto, era vestito con un maglione vecchio e liso, un po’ scolorito, era tirato in viso e sembrava un’altra persona dal solito viveur che conoscevo. Le chiesi come stava e cosa fosse successo, lui mi disse che lei l’aveva mollato di punto in bianco e se n’è andata a Monte Carlo, non sapeva altro di più. Mentre lo diceva cercava di ostentare indifferenza e superiorità, ma gli riuscì solo un sorriso amaro. Aveva in mano un cestino per la spesa, con dentro del pane confezionato, del prosciutto in offerta e una birra. Lo invitai a cena da noi, e per tutta la sera dovetti subirmi discorsi in tono amareggiato sulle donne, che sono tutte t… e hanno il cervello da gallina. Niente più aria da principe charmant e enfant prodige della sua generazione, ma solo l’amarezza malcelata e sfogata con un pizzico di rabbia. Ma non è durata molto la depressione. Tempo un mese è ritornato lo snob di prima, con il suo solito atteggiamento brillante, ma non si è più presentato con altre donne e non ha mai più esibito le sue conquiste. E non ho mai più visto la famigerata agenda con nomi, numeri di telefono e quotazioni.
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