Mi è successo, negli ultimi 11 anni (da quando è mancato papà) di trovarmi alcune volte, per varie ragioni, lontano dal mio partner a San Valentino. Per me non è un problema, non soffro se non mi portano a cena esattamente la sera del 14 febbraio, se non mi fanno un regalo proprio quel giorno e in virtù di una cosa sì, carina, ma estranea alle dinamiche intime della coppia. E’ anche capitato che, alcuni di questi 14 febbraio, io fossi insieme a mia mamma. La prima volta che io e lei passammo quel giorno insieme, stavamo traslocando. Durante una pausa di scatoloni, roba che va buttata, roba che teniamo, mia mamma scende al mercato sotto casa e torna su con un bellissimo mazzo di fiori e mi dice: ‘Felice festa degli innamorati ! ‘ Io, divertita, prendo i fiori e dico : ‘Ma, mamma, abbiamo già impacchettato tutti i vasi !’…… E, seppur felice per il gesto, ne rimasi un po’ stupita. I fiori finirono in un barattolo della pummarola e poi li lasciammo nel vecchio appartamento, oramai vuoto di tutte le cose, in attesa del nuovo proprietario. Da allora , anno dopo anno, se siamo insieme, mia mamma mi regala i fiori per San Valentino, e se lontane, mi manda una bella foto e mi fa l’ormai solito augurio su whatsApp.
L’anno scorso il 14 febbraio la mattina, la solita notifica di whatsApp mi porta il messaggio della mamma : ‘Felice festa degli innamorati! ‘ e poi: ‘Oramai sono 10 anni che papà non c’è più’……………….. In quell’ attimo la tazza di caffè che tenevo in mano mi sembrò pesante e il caffè amaro, amarissimo, pesante e amaro come il dolore della mancanza, della perdita, della ferita ancora non cicatrizzata, fiele, il fiele della sofferenza, acido, che ti lacera il cuore sapendo che la persona amata non c’è più e mai tornerà. In quel momento ho capito che lei regalava a me ciò che a lei mancava, non la festa di San Valentino, ma l’amore, la presenza, l’affetto che lei non aveva più . Tutti i compleanni, gli anniversari, le cene in due, tutti i ‘Ti voglio bene’, i ‘Mi manchi’ che a lei mancavano, li regalava a me. I fiori che lei oramai non riceveva più, li dava a me e quando su ogni canale televisivo, giornale, ogni dove, si parlava d’amore, lei lo riversava su di me, limitandosi a ricordare, con un sorriso amaro, il tale ristorante dove erano andati a cena, il tale abito che lui le aveva regalato, dove sono andati in montagna e hanno concepito me………………. Colpevolmente in ritardo, ma ho percepito il suo dolore nascosto, il trauma non ancora guarito e, da allora, a San Valentino e tutte le altre feste ,sono io a mandare i fiori a mia madre, a dirle ‘Ciao mamma, ti sono ancora rimasta io, ti voglio bene’.………………………………………………………………………………………………………………
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